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Il tumore del testicolo rappresenta l’1% di tutte le malattie tumorali negli uomini, con un numero annuo di casi attesi in Italia attorno a 2.200. È il tumore più frequente negli uomini tra i 20 e i 40 anni, mentre è molto raro oltre i 60 anni.
Il tumore del testicolo si sviluppa in seguito alla degenerazione delle cellule precursori degli spermatozoi per cui viene detto anche tumore delle cellule germinali. In rari casi tumori analoghi si possono sviluppare in sede extra-testicolari (torace o cervello).

I tumori del testicolo si dividono in due tipi principali:

  • I Seminomi: sono le forme a decorso più favorevole, e sono molto sensibili sia a chemioterapia che a radioterapia;
  • I Non-Seminomi: sono generalmente costituiti da diversi sottotipi di cellule tumorali, spesso producono due sostanze o marcatori dosabili nel sangue (alfa-feto proteina e gonadotropina corionica) e sono sensibili alla chemioterapia ma non alla radioterapia.

Condizioni di rischio maggiore per tumore del testicolo sono il criptorchidismo e l’ipo/atrofia del testicolo.

I fattori che portano allo sviluppo di un tumore del testicolo non sono ancora del tutto chiari, pertanto non esistono strumenti di prevenzione primaria in grado di ridurre il rischio di comparsa di questo tumore. Lautopalpazione dei testicoli, invece, rappresenta un importantissimo strumento di prevenzione secondaria che tutti gli uomini dovrebbero effettuare all’incirca ogni mese. Quest’ultima consente, infatti, una diagnosi del tumore in una fase più precoce, aumentando così le probabilità di guarigione completa.

Il principale sintomo del tumore del testicolo è rappresentato dall’aumento non dolente delle dimensioni del testicolo oppure dalla sensazione di una tumefazione irregolare generalmente riscontrata dal paziente stesso. Nelle fasi più avanzate può comparire dolore locale, spontaneo o a seguito di traumi da attività sportive.

Quando si sospetta un tumore del testicolo sono indicate una visita urologica e un’ecografia testicolare, esame fondamentale per una diagnosi che riesca a differenziare il tumore da lesioni benigne molto comuni come le cisti o il varicocele. Con un semplice prelievo del sangue vengono valutati anche i marcatori tumorali αFP e βHcG, che possono guidare la scelta della terapia e monitorare la sua efficacia; inoltre viene eseguita una tomografia assiale computerizzata (TAC) del torace e dell’addome per valutare eventuali localizzazioni a distanza della malattia.

L’obiettivo della cura per il tumore del testicolo è la guarigione, ottenibile nella maggioranza dei casi. L’intervento di asportazione del testicolo e dell’annesso funicolo spermatico (orchifunicolectomia) rappresenta solitamente il primo atto terapeutico. Poi, in base al tipo e all’estensione della malattia e ai valori dei marcatori si decide se sono necessarie altri trattamenti

Per i pazienti candidati a chemioterapia è raccomandato il ricorso alla criopreservazione del liquido seminale al fine di preservare la possibilità di procreare nel caso in cui le terapie possano compromettere la produzione di spermatozoi da parte del testicolo contro laterale.

Il follow up oncologico rappresenta un’importante attività per coloro che, sottoposti a chirurgia e/o alle terapie oncologiche, sono liberi da malattia pur mantenendo un rischio di ricaduta variabile nel tempo. Il follow up ha lo scopo di identificare precocemente il possibile ritorno della neoplasia, anche se non sempre si traduce in un miglioramento della sopravvivenza. A tal proposito è utile programmare esami del sangue e radiologici a intervalli cadenzati, più frequentemente nei primi anni e meno assiduamente col passare del tempo.