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Le principali funzioni dei reni sono: controllare i volumi e la composizione dei liquidi presenti nell’organismo ed eliminare sostanze dannose prodotte dal metabolismo. Il trapianto di rene è un intervento chirurgico che consente di sostituire la funzione di reni gravemente malati trapiantando un rene sano proveniente da un altro individuo chiamato donatore, che può essere cadavere o vivente. Quando i reni funzionano normalmente, la velocità di filtrazione glomerulare, definita come la capacità di filtrazione del sangue da parte dei reni è compresa tra 90 e 120 ml/min.

Al di sotto di 90 ml/min. si parla di insufficienza renale. In genere, si distingue tra:

  • insufficienza renale acuta, dovuta ad un danno improvviso dei reni, organico o funzionale, che in alcuni casi può essere reversibile con appropriate cure.
  • insufficienza renale cronica, progressivo decadimento della funzione renale che può essere causato dall’evoluzione di una insufficienza renale acuta o, come accade più comunemente, da una vasta gamma di nefropatie a sviluppo lento nel tempo (cronico)

Quando i reni perdono stabilmente e irreversibilmente le loro funzioni, come avviene nella insufficienza renale cronica, i liquidi non vengono più filtrati e smaltiti nella misura necessaria e i prodotti di scarto si accumulano, con grave danno per tutto l’organismo. Se la funzione renale si riduce al disotto di una soglia, valutata in 15 ml/min di GFR, essa diventa incompatibile con la vita.

La perdita grave e irreversibile della funzione del rene, conosciuta come insufficienza renale terminale o “uremia cronica”, può essere sostituita con una procedura di filtraggio “artificiale” del sangue, l’emodialisi; tuttavia, questo tipo di cura è parziale e può essere disagevole e invalidante per il malato che vi si sottopone. Per questo, quando è possibile, il trapianto di rene è il trattamento di prima scelta in caso di insufficienza renale terminale.

La maggior parte delle persone che hanno bisogno di un trapianto di rene possono essere sottoposte a questa operazione indipendentemente dalla loro età purché:

  • la loro condizione fisica sia abbastanza buona da resistere agli effetti dell’anestesia generale e dell’operazione chirurgica
  • il malato sia disposto a seguire le cure indicate dopo il trapianto (ad esempio, prendere i farmaci anti rigetto, i cosiddetti immunodepressori) e a sottoporsi al programma di visite di controllo che seguono l’intervento
  • il trapianto abbia alte possibilità di successo

A differenza di altri tipi di donazioni di organi, è possibile donare un rene anche da vivente perché un solo rene assicura una funzione adeguata a consentire di avere normali condizioni di salute. Nel maggior numero di casi, le donazioni da vivente avvengono da parenti prossimi perché hanno più probabilità di avere caratteristiche genetiche e gruppo sanguigno compatibili con il malato e ciò riduce i rischi di rigetto. Le donazioni di rene sono possibili anche da persone decedute a seguito di un danno diretto al cervello (la c.d. “morte cerebrale”) purché il donatore abbia espresso in vita (per iscritto o verbalmente ai familiari) la volontà di donare gli organi dopo la morte o, nel caso in cui non l’abbia manifestata, se i familiari non si oppongano.