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Lo sfintere urinario artificiale (AUS) è una protesi impiantabile chirurgicamente che permette di ripristinare il controllo della minzione in caso di incontinenza. Fisiologicamente il muscolo sfintere striato dell’uretra è quello preposto al controllo della minzione. Esercita una doppia funzione: si contrae chiudendo l’uretra trattenendo così l’urina in vescica; si rilascia, aprendo l’uretra permettendo la
minzione. Questo dispositivo infatti permette l’occlusione del dotto uretrale mediante un “bracciale” posizionato nella regione bulbare dell’uretra.
L’incontinenza è causata da un funzionamento sfinterico non efficace o addirittura assente. L’AUS più utilizzato è l’AMS 800 (Boston Scientific, Boston, USA) per la sua sicurezza e affidabilità, anche se negli ultimi anni sono state sviluppate nuove soluzioni per semplificare la procedura
Lo sfintere urinario artificiale impiantabile è essenzialmente costituito da 3 parti:
Nel momento in cui il paziente desidererà urinare, basterà schiacciare l’estremità inferiore della pompa: il liquido contenuto nella cuffia si sposta nel serbatoio, l’uretra viene decompressa e permette il passaggio dell’urina. Dopo circa 3-5 minuti il liquido defluisce nella cuffia, poiché il serbatoio riacquista spontaneamente la sua pressione di base. L’indicazione all’impianto di uno sfintere urinario artificiale è l’incontinenza urinaria grave o completa data da incapacità contrattile dello sfintere uretrale ad esempio a seguito di interventi chirurgici in sede prostatica come l’adenomectomia o post-prostatectomia radicale o Resezione endoscopica di adenoma prostatico , disfunzione sfinterica intrinseca in seguito a traumi pelvici, vescica neurologica con insufficienza sfinterica. Il posizionamento di uno sfintere artificiale per insufficienza sfinterica nell’uomo consente di ottenere una continenza soddisfacente nell’80-90% dei casi, migliorando notevolmente la qualità globale di vita del paziente. Il trattamento alternativo, rappresentato dall’utilizzo cronico e quotidiano di ausili esterni (pannoloni, sistemi di raccolta, profilattici) non garantisce sicuramente una buona qualità di vita. La convalescenza dura circa 10 giorni e dopo 30 giorni si può riprendere l’attività sessuale e sportiva. La percentuale
d’infezioni delle vie urinarie causate dal dispositivo sono pari al 3% invece il malfunzionamento si attesta tra il 10% ed il 15%. In questi casi potrebbe essere necessario un reintervento per rimuovere l’intero dispositivo o una delle sue componenti (sostituendole).
In caso di infezione, una volta rimosso lo sfintere. Non sarà assolutamente possibile impiantare un nuovo dispositivo nel corso dello stesso intervento, al fine di evitare problemi di sovrapposta infezione. Un nuovo intervento sarà possibile una volta risolta adeguatamente l’infezione. I risultati riportati in letteratura relativi alla funzionalità dello sfintere urinario a 5 anni dall’intervento indicano un
funzionamento corretto nel 90% dei casi.