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Intervento chirurgico demolitivo del pene che, a seconda delle condizioni cliniche alla diagnosi, può essere parziale o totale. Generalmente l’indicazione all’intervento chirurgico è una tumore del pene. L’intervento costa di un primo tempo demolitivo e di un secondo tempo che si compone di una parte ricostruttiva. A tal proposito oggi, rispetto al passato, il risultato estetico dell’intervento è notevolmente migliorato con l’adozione di nuove tecniche chirurgiche. Per questo motivo, nella descrizione che segue suddivido questa chirurgia del pene in:
Vecchia chirurgia
È rappresentata dalla tradizionale chirurgia di amputazione parziale o totale del pene senza la ricostruzione estetica e funzionale del pene. L’esito è un moncone penieno non estetico ed invalidante
Nuova chirurgia
Il rifiuto dei pazienti a sottoporsi ad una penectomia mutilante ha spinto infatti verso la ricerca di nuove tecniche che consentono di mantenere una accettabile qualità della vita senza compromettere la sopravvivenza. Queste nuove tecniche ricostruttive riducono la morbidità funzionale e psicologica nei pazienti che devono essere sottoposti alla chirurgia peniena oncologica.
È rappresentata dalle moderne Tecniche chirurgiche “Penis-Sparing” che tendono cioè a conservare quanto più possibile l’aspetto estetico e funzionale del pene non risparmiando la parte demolitiva.
Tecniche chirurgiche che eradicano il tumore ma allo stesso tempo preservano il pene:
Decortificazione e resurfacing del glande: l’epitelio è rimosso completamente, riducendo così il rischio di recidiva della lesione originaria e di progressione da foci misconosciuti.
Glansectomia e ricostruzione neo-glande: Dopo glansectomia/penectomia parziale e ricostruzione del neoglande, la sensibilità risulta ridotta, ma l’aspetto estetico del neoglande rende il pene simile alla forma originaria, consentendo una ripresa dell’attività sessuale ed un impatto psicologico positivo su pazienti riluttanti ad accettare la mutilante chirurgia tradizionale.
Poiché l’80% delle patologie peniene maligne sono distali o interessano solo superficialmente l’epitelio glandare, si deduce che la maggior parte dei tumori penieni sono trattabili tramite le tecniche penis-sparing.
Penectomia parziale e ricostruzione neo-glande: il resurfacing o la ricostruzione del neoglande rappresentano terapie efficaci nel trattamento delle lesioni peniene pre-maligne e maligne: l’obbiettivo è il mantenimento di un pene funzionante ai fini della minzione e dell’attività sessuale, senza compromettere il controllo della malattia. La preservazione della funzione sessuale, di un accettabile aspetto estetico e della sensitività garantisce una soddisfacente qualità di vita.
Tecniche conservative
Le terapie conservative tendono a ridurre la morbidità funzionale e psicologica nei pazienti che devono essere sottoposti alla chirurgia peniena oncologica. Va sottolineato però che queste terapie alternative non sono radicali (al contrario delle tecniche chirurgiche) e mettono a rischio il controllo del tumore.
Assistenza post-operatoria tumore del pene (notizie utili per i pazienti)
Negli interventi di chirurgia uretrale-genitale:
Tempo Degenza ospedaliera: 4 giorni circa
Catetere: 4 giorni circa
DECORSO POST-OPERATORIO: non è particolarmente doloroso e contempla una degenza di 3 giorni e la necessita’ di catetere vescicale per una settimana. Sarà necessario eseguire delle medicazioni quotidiane della ferita chirurgica per ridurre il rischio di infezioni, che restano comunque rare. Il ritorno all’attività sessuale può riaversi dopo 45 giorni dalla chirurgia.