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Il recurvatum “congenito” isolato è una condizione determinata dalla sproporzione nello sviluppo dei corpi cavernosi caratterizzata dall’apparente normalità del pene flaccido con evidenza della curvatura in fase erettiva, curvatura che può essere dorsale, ventrale o laterale ed è spesso associata all’ipospadia, all’epispadia ed alla torsione del pene stesso. Inoltre, una curvatura congenita del pene può essere la conseguenza di un’anomalia nello sviluppo del dartos e della fascia di Buck, generalmente definita corda senza ipospadia, poichè uretra e meato uretrale esterno sono normali. L’entità dell’incurvamento è assai variabile si può andare dalla semplice alterazione estetica fino ad arrivare all’impossibilità nella penetrazione con le relative problematiche di ordine psicologico che ne derivano. E’ proprio il disagio nel paziente che lo induce a richiedere l’intervento chirurgico.
Il recurvatum penieno acquisito (Malattia di “La Peyronie” o Induratio Penis Plastica) è un patologia del tessuto connettivale del pene che coinvolge la tunica albuginea, cioè quella membrana che circonda i corpi cavernosi. La fibrosi e la formazione della “placca” nell’albuginea sono il risultato finale del processo infiammatorio che più frequentemente ha alla sua origine un trauma penieno o meglio ripetuti traumatismi, anche non violenti, durante il coito, sono tuttavia possibili una genesi auto-immunitaria ed anomalie cromosomiche (aneuploidia, trisomie 7-8, cromosoma y). La sua prevalenza nella popolazione maschile arriva al 35.5% nella fascia 50-59 anni.
I segni e sintomi di più frequente riscontro sono rappresentati da: dolore penieno in erezione, incurvamento penieno, difficoltà meccanica nei rapporti sessuali, disfunzione erettile.
La correzione chirurgica contempla due principali tipi di approcci:
La corporoplastica di raddrizzamento “a lembi sovrapposti: Negli anni sono state proposte numerose tecniche chirurgiche, la prima fu ideata da Nesbit nel 1965. Nel pene curvo sono presenti due lati quello convesso più lungo e quello concavo più corto del precedente. Per raddrizzare il pene si asporta una losanga di albuginea dal lato penieno più lungo cioè il lato convesso in modo tale che i due lati verranno ad avere stessa lunghezza ed il pene risulterà raddrizzato. Esistono diverse varianti del trattamento tradizionale. Una di queste contempla che la tunica albuginea (membrana che avvolge i corpi cavernosi), non viene “asportata” (in modo irreversibile), ma solo “sovrapposta” (in modo reversibile). In questo modo non è presente il rischio di asportare una quota troppo eccessiva di albuginea stessa, che determinerebbe un marcato accorciamento penieno con risvolti psicologici molto negativi. Tale variante della tecnica chirurgica tradizionale è da considerarsi metodica chirurgica d’elezione in quanto, come ampiamente descritto in letteratura ed attestato da anni di esperienza, garantisce ottimi risultati in termini di raddrizzamento, con assenza di nodularita’ ed instetismi cutanei e con bassissima percentuale di recidiva (ritorno dell’incurvamento dopo l’intervento chirurgico) grazie alla migliore ed ottima tenuta delle suture chirurgiche (proprio perché si sovrappongono due lembi di albuginea senza asportare nulla). Le tecniche tradizionali rappresentate appunto come sovradrescritto dalla “tecnica di Nesbit e sue varianti” in genere prevedono “asportazione” di una o più ellissi (e quindi una o più incisioni) di albuginea sul lato convesso, a volte con queste metodiche si possono avere ipocorrezioni (se viene asportata una quota troppo piccola ed insufficiente di albuginea) o ipercorrezioni (se viene asportata una quota troppo grande di albuginea), in quest’ultimo caso l’eccessiva asportazione di allbuginea può causare un eccessivo accorciamento penieno con rapporto sessuale difficoltoso e gravi problemi psicologici secondari. Gli interventi di semplice “plicatura” senza asportazione di albuginea, hanno un alto tasso di recidiva dell’incurvamento se viene utilizzato un materiale di sutura riassorbibile, oppure, si possono creare fastidiosi noduli granulomatosi palpabili se viene utilizzato un materiale di sutura non riassorbibile.
Corporoplastica con utilizzo di Patch: Come descritto in letteratura è possibile effettuare una singola incisione peniena basata su principi geometrici per correggere tutti i differenti tipi di curvatura peniena in pazienti con funzione erettile conservata. Tale tecnica chirurgica è basata su principi geometrici che permettono di determinare il “punto” esatto di incisione della tunica albuginea peniena, in modo tale da creare un difetto di riempimento di forma rettangolare che verrà sostituto in modo più semplice con graft eterologo (patch di matrice collagene bovina) o autologo (patch di mucosa buccale), proprio perché i calcoli geometrici permettono di sapere l’esatta “lunghezza” e l’esatta “larghezza” del difetto creato. Alla fine della procedura si ottengono il completo raddrizzamento ed allungamento penieno, in quanto il lato penieno più corto (lato concavo) diventa della stessa lunghezza di quello più lungo (lato convesso), senza determinare alcun accorciamento penieno, con bassa percentuale di recidiva, ed assenza di inestetismi e nodularità, non esistono controindicazioni a tale corporoplastica per pene curvo. Nei pazienti affetti da disfunzione erettile che richiedono quindi l’impianto protesico, l’incisione geometrica dell’albuginea può essere fatta contemporaneamente all’impianto di protesi peniene.